Acculturiamoci! XD

VERGINE MARIA (1935, 21 agosto)
Madre di chi non ha madre, sul tuo grembo
posa la testa il dolore universale
e dorme, ebbro della fine della sua fatica…

E reggi in mano, usato e mai immondo,
il piccolo fazzoletto materno
con cui asciughi le lacrime del mondo.


Fernando Pessoa, uno dei maggiori poeti portoghesi, a circa due mesi dalla propria morte scriverà questa poesia. L'autore si caratterizza in una produzione vastissima di opere, tutte scritte con un nome diverso, non limitandosi solo a uno pseudonimo, ma estendendo il cambiamento anche alle idee sui grandi temi della vita e allo stile poetico. Eppure questa poesia fa parte di quelle, scritte, non sotto nomi fittizi come Antonio Caeiro o Bernando Soares, ma come Fernando Pessoa, ovvero se stesso. Una poesia che stupisce, perchè lo stesso autore il 30 marzo di quello stesso anno aveva scritto a proposito della sua posizione religiosa “Cristiano gnostico e pertanto interamente opposto a tutte le Chiese organizzate, e soprattutto alla Chiesa di Roma.”. Maria non è solo “Figlia del suo figlio” ma è anche “madre di chi non ha madre”. Mi ha stupito l'immagine portata dal poeta di una Maria, madre universale. La Madre che Cristo ha donato ad ogni uomo nell'ora della Croce. Il mondo, provato dalle fatiche della propria esistenza, sfiduciato e lacrimante trova in Maria, il rifugio dove appigliarsi e la consolazione che non viene contaminata dalle brutture e dalle ingiustizie, che non si “sporca”. È strano, ma anche bello, che in questo periodo di Avvento venga donata così inaspettatamente una delle immagini più belle di Maria fatte nella letteratura, un'immagine che ci invita ad essere figli e a trovare nel grembo di Maria il luogo dove affidarci ed avvicinarci a Dio.

Covalsky

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