martedì 4 novembre 2014

Gruppo A.L.M.A.: Effetti collaterali



Piano, piano, un po’ per volta i ragazzi dell’A.L.M.A. si percepiscono, si vedono. Iniziano ad essere una realtà.

Come catechista li ho avuti vicino alla messa e alla festa dell’Oratorio, ma non solo, anche durante gli incontri con i genitori, i ragazzi stanno a turno intrattenendo i bambini dei vari corsi di catechismo aiutandoli anche nel momento della cena.

Li ho visti presenti, nel senso di consapevoli dell’importanza di certi momenti e forse un po’ troppo preoccupati del “termine giusto, della definizione perfetta” da insegnare ai bambini più piccoli, inconsapevoli di quanto la loro sola presenza, sia il migliore degli insegnamenti possibili.

Nei loro sguardi si manifestano tutte le emozioni vissute con gli eccessi tipici dell’età… e  che vi devo dire, in quegli sguardi mi ci sono persa. Sono innamorata di ciascuno di loro! Della loro insicurezza, della loro ansia, del loro entusiasmo, della loro gioia travolgente, insomma, del loro essere splendidamente ragazzi. Una gioventù positiva, attiva, effervescente, coinvolgente, trascinante.

Insomma, fate attenzione: la frequentazione di questi ragazzi causa ringiovanimento dell’anima e apertura del cuore, si consiglia di prenderne enormi dosi, prima, dopo e durante i pasti!

Michela

domenica 19 ottobre 2014

Festa dell'oratorio

E' iniziata la festa!!!

domenica 19 ottobre c'è stata la 1° festa dell'Oratorio. Il tema della domenica era "Giornata Missionaria".
Durante la Messa ci sono stati momenti importanti e significativi.
Ricordiamo con emozione il mandato dei catechisti, animatori, centri d'ascolto e l'apertura dell'Anno Pastorale "In Gesù Cristo il nuovo umanesimo".
Come sempre durante il pranzo ci sono stati momenti di condivisione gioia, e confusione.
Il bel tempo ha aiutato i nostri giovani a preparare il torneo di calcetto e pallavolo. 
La giornata è finita con la classica merenda e il saluto finale. 
Ci auguriamo di trovare la "formula magica" per rendere le nostre feste sempre più belle.   

Giulia e Vanessa

venerdì 12 settembre 2014

C'ero anch'io e ho portato il rosmarino! ahahahahhahhah

Quest'anno ho partecipato ai centri estivi e, a sentir dire dagli altri ragazzi, del gruppo A.L.M.A., che non sono alla loro prima esperienza, c'è stato un bel miglioramento dal punto di vista dell'organizzazione. Come mia prima esperienza, da animatore, posso dire che mi sono sentito coinvolto nel gruppo ma soprattutto "travolto" dai bambini, che mi hanno confermato che si sono divertiti tantissimo. 
Ho apprezzato molto la collaborazione e la sintonia che si è venuta a creare nel gruppo che spero si mantenga anche in futuro. Quest'esperienza mi è servita molto al livello personale, mi ha permesso di imparare a mettermi in gioco e fatto comprendere che fare l'animatore non è poi così semplice come pensavo. Infatti, la parte più difficile è stata quella di sentirmi un punto di riferimento, di aiuto e divertimento per i bambini presenti e tutt'ora ci sto lavorando! :P 
E' stata un'esperienza che rifarei molto volentieri, perciò "Aspetto La Merenda Ansiosamente" anche il prossimo anno!
Samuele di Be


P.s. State tranquilli al rosmarino ci penso sempre io! 

giovedì 11 settembre 2014

Gita a Roma del Gruppo Ministranti


Il gruppo dei ministranti accompagnati da Padre Tenson, Elena, Miriam, Michela e me, si è recato nei giorni 9 e 10 settembre in visita al Santo Padre a Roma.
Purtroppo il gruppo dei ragazzi non era completo, non tutti sono potuti venire, c’erano Gregorio, Matteo B., Matteo C., Matilde e Ginevra.
Siamo arrivati intorno alle 9:00 nella capitale e abbiamo iniziato la nostra visita alla città dalla Basilica di San Giovanni in Laterano. Prima di entrare, abbiamo gradito la colazione preparataci dalla mamma di Ginevra a base di crepes alla nutella e marmellata.
Abbiamo visitato la Scala Santa, che è, nella tradizione cristiana, la scala salita da Gesù per raggiungere l'aula dove avrebbe subìto l'interrogatorio di Ponzio Pilato prima della crocifissione.
Durante la prima giornata abbiamo visitato anche la Basilica di Santa Maria Maggiore e San Pietro, salendo anche sulla cupola, da dove abbiamo potuto godere di un meraviglioso panorama.
Dopo cena, alcuni amici di Padre Tenson ci hanno accompagnato per una visita a Roma “by night”, portandoci in alcuni punti panoramici come il Gianicolo e sull’Aventino, dove in Piazza dei cavalieri di Malta, dove c’è la chiesa di Santa Maria del Priorato, dal cui buco della serratura, accostando l’occhio, abbiamo potuto vedere San Pietro illuminata.
Il giorno seguente siamo tornati in San Pietro per l’udienza del Papa. Abbiamo avuto la fortuna di vedere da molto vicino Papa Francesco e di ascoltare le sue parole che ci esortavano ad essere misericordiosi, e ad educare con i gesti, non solo con le parole.
Nel pomeriggio abbiamo visitato la basilica di San Paolo fuori le mura e il Colosseo.
Siamo tornati a casa molto tardi, stanchi ma felici per la bella esperienza vissuta.
I souvenir che ci siamo portati a casa, oltre a santini, cartoline e calamite, sono i bei ricordi e una grande amicizia.
 Maria Cipriani

lunedì 8 settembre 2014

Centri estivi: Laboratorio di teatro!

Durante le tre settimane dei centri estivi, nei pomeriggi di lunedì, mercoledì e venerdì, abbiamo svolto laboratori di manualità e teatro.
Il gruppo di teatro era formato principalmente da maschi, che si sono mostrati da subito convinti della loro scelta. In verità da parte nostra siamo rimaste meravigliate di questo interessamento, che generalmente è più femminile. 
Lo spettatocolo che dovevamo rappresentare si collegava al lavoro fatto al mattino. 
Le scene che la mattina venivano prooste dagli animatori al laboratorio di teatro nel pomeriggio venivano rappresentate dai bambini. Lo spettacolo si intitolava "Insieme che forza". La cosa che più ci ha colpito è stata la disponibilità e il grande impegno di ogni bambino che si sentiva protagonista principale. 
Fondamentale è stata la collaborazione tra i bambini anche i più timidi si sono sentiti capaci di svolgere il ruolo assegnato. Valido è stato l'aiuto degli animatori sia per la conoscenza che avevano dei bambini sia per la messa in opera dello spettacolo.   

Giulia e Vanessa

venerdì 15 agosto 2014

Preghiera


Tieni sempre presente che la pelle fa le rughe,
i capelli diventano bianchi,
i giorni si trasformano in anni.

Però ciò che é importante non cambia;
la tua forza e la tua convinzione non hanno età.
Il tuo spirito e` la colla di qualsiasi tela di ragno.

Dietro ogni linea di arrivo c`e` una linea di partenza.
Dietro ogni successo c`e` un`altra delusione.

Fino a quando sei viva, sentiti viva.
Se ti manca cio` che facevi, torna a farlo.
Non vivere di foto ingiallite…
insisti anche se tutti si aspettano che abbandoni.

Non lasciare che si arruginisca il ferro che c`e` in te.
Fai in modo che invece che compassione, ti portino rispetto.

Quando a causa degli anni
non potrai correre, cammina veloce.
Quando non potrai camminare veloce, cammina.
Quando non potrai camminare, usa il bastone.
Pero` non trattenerti mai!


(Madre Teresa di Calcutta)

sabato 21 giugno 2014

Forza Venite Gente

Ieri, in una delle serate dell' "Oratorio sotto le stelle" ha avuto luogo la rappresentazione di "Forza venite gente" tenuta dai bambini del corso di teatro della nostra parrocchia. 
Si è trattato di una versione ridotta del famoso musical che tuttavia non ha mancato di emozionare tutti quanti, spettatori e attori.
Le età dei bambini che si sono esibiti sono varie, dagli otto agli undici anni e ciascuno si è impegnato, ma soprattutto divertito.
I ragazzi sono stati aiutati e guidati dalle catechiste Giulia, Vanessa e Michela, ma anche dalle animatrici Elena, Miriam, Eleonora ed io. 
Da parte di tutte un ringraziameto alle famiglie che sono state pazienti per le numerose prove e sempre disponibili. Il corso di teatro riprenderà a settembre chissà con quali spettacoli, vi aspettiamo numerosi!!!


Maria Cipriani

mercoledì 11 giugno 2014

La genesi del gruppo A.L.M.A.

Tutti pronti???
Via...


ed ecco che nasce un nuovo gruppo! Una decisione presa con allegria, gioia, serenità e coraggio fatta impavidi ragazzi  che hanno incominciato la preparazione per i centri estivi 2014. Ed è tra serietà e risate che queste menti "geniali" han tratto il nome del nuovo gruppo dell'animazione estiva: A.L.M.A. 
Un nome, un programma, una storia da raccontare, una comunità giovane che inizia un cammino educativo per poter portare amore, allegria e speranza.
A.L.M.A. perchè, in spagnolo, significa ANIMA e il gruppo si propone di essere l'anima dell'oratorio, dei centri estivi e dei bambini a loro affidati, ma non solo, perchè con tutta l'anima si lanceranno in questa nuova avventura che scuoterà il mondo... o almeno il nostro Oratorio.
A.L.M.A. un modo di essere e di educare, un modo di vivere per annunciare con l'anima e il cuore che Gesù è qui con noi!
Un modo di stare insieme, un modo per rispettare gli altri e crescere uniti nelle sfide che la vita ci pone, un modo per riunirsi e "mangiare" insieme...perchè infondo "Aspettiamo La Merenda Ansiosamente"!


Con affetto agli A.L.M.A.
Cip & Ciop

venerdì 6 giugno 2014

Progetto estivo "Insieme che forza"



Finalità Oratorio Giuseppino Marelliano

Sul modello oratoriano Giuseppino Marelliano, anche quest’anno nasce il Progetto estivo “Insieme… che Forza”.
Secondo l’Atto Costitutivo della O.N.L.U.S art. 4, l’oggetto sociale dello statuto dichiara: sostenere la formazione umana e cristiana delle giovani generazioni con attività gestite nel tem­po libe­ro, secondo il carisma e lo stile a­po­sto­li­co giuseppino-marelliano. Tutte le attività in­tra­pre­se sono finalizzate al per­se­gui­men­to di finalità di so­li­da­rie­tà sociale, così come in­te­se dall’art. 10 del D. Lgs. 460/97, comprese le at­ti­vi­tà con­nesse a quelle istituzionali, nonché le attività ac­ces­sorie per natura a quel­­le statutarie, in quanto inte­gra­ti­ve delle stesse, nei limiti stabiliti dal comma 5 del­l’ar­t. 10 del D.Lgs.. L’As­sociazione non persegue fi­ni di lucro, è apolitica ed apartitica ed ha durata il­­limitata.
È dunque la traduzione “moderna” dello stile edu­ca­ti­vo di San Giuseppe Marello, Fondatore della Con­gre­gazione degli Oblati di San Giuseppe (presente a Sesto F.no dal 1926) cui propose come mo­dello S. Giuseppe ed affidò la for­mazione dei giovani e l’aiuto al­le Chiese locali. No­minato Ve­sco­vo di Acqui, Mons. Marello si a­do­pe­rò per curare l’unione fra clero e laici che volle da sem­pre impegnati nel volon­ta­ria­to cat­to­lico; si spe­se fin da ultimo per la sua gente e per la “povera gioventù”. Si attua mediante la presenza in Oratorio di figure educative di riferimento quali il sacerdote, gli ani­ma­tori laici (giovani dai 16 anni), genitori che at­tui­no un cammino formativo insieme ai ragazzi; la for­mazione degli educatori è curata dal sa­cer­do­te incaricato di Pastorale Giovanile attraverso in­con­tri mensili di catechesi e programmazione. Fe­deli a quanto detto agli Oblati dal Papa (“La vo­stra attività vi po­ne nel cuore della Chiesa. Il Ca­ri­sma di Oblati, infatti, vi chie­de di riprodurre nella vi­ta e nell’apostolato l’ideale di servizio quale lo vis­­se S. Giuseppe”) i Padri Giuseppini attuano una pa­storale giovanile in sintonia con i cammini formativi proposti dalla Diocesi, per­cependone le scelte di fondo e facendosene pro­mo­tori attivi.

Presentazione
Questo progetto è indirizzato a tutti i bambini e ragazzi tra i 6 e 14 anni di età. 
Per l’organizzazione complessiva ci avvaliamo di un gruppo di ragazzi e ragazze adolescenti, anch’essi in formazione, coadiuvati da alcuni coordinatori giovani.

Obiettivi
- Primo obiettivo: coinvolgere i ragazzi in un gioco fantastico e fantasioso, aiutandoli a riflettere su se stessi, sulle proprie emozioni, sulle proprie capacità, sui doni che ognuno possiede e sulla possibilità, una volta accettati, di metterli al servizio degli altri, perché possano portare frutto. 
- Secondo obiettivo: far prendere coscienza di come si forma un gruppo di coetanei e far sentire ogni ragazzo parte di esso, mettendo al servizio di tutti le proprie capacità.
- Terzo obiettivo: dare la capacità ad ogni ragazzo, attraverso la narrazione e il vivere in prima persona le proprie esperienze, di staccarsi dal proprio mondo personale, per vivere in maniera più consapevole tutte le esperienze proposte, assumendo via via maggiori responsabilità. 
- Quarto obiettivo: cercare di sviluppare, in ogni ragazzo, la capacità di relazionarsi con gli altri, sia coetanei che non, superando le difficoltà di rapporto. - Quinto obiettivo: riguarda la sfera religiosa. Far prendere ai ragazzi la coscienza di essere amati da Dio e che fanno parte di una comunità cristiana. 
Le riunioni di programmazione e di verifica con il gruppo di animatori e coordinatori si svolgeranno una volta alla settimana, analizzando l’effettivo risultato positivo o negativo delle attività. In conseguenza a questo gli obiettivi potranno subire variazioni adattandosi alle nuove situazioni che potranno insorgere.

Attività e metodologia
Tutto questo è offerto in chiave educativa, sotto forma di racconto teatrale, giochi, ambientazioni, maschere, scenografie e laboratori creativi, per offrire ai ragazzi un'estate diversa, convinti che attraverso il gioco si possa educare più che con mille prediche, spinti dal desiderio di stare insieme.
Per questo motivo la scelta del filo conduttore si è orientata verso la rielaborazione di una storia “Ma che storia, ragazzi”, andando alla riscoperta della favola e del mondo della fantasia. Affidandoci ed aiutandoci ad un sussidio intitolato "Si fa per dire" (di …) inquadreremo le attività estive, camminate, giochi, storie, in un più ampio respiro progettuale, indicando finalità di tali attività, privilegiando alcuni contenuti, indirizzando in una precisa direzione per capire quali risultati vogliamo ottenere. 
Le attività formative presentate offriranno stimoli vari e variegati per l'autoconoscenza, la conoscenza interpersonale, l'interazione positiva in gruppo, utilizzando la parola scritta e orale, il movimento, il corpo, il silenzio, la musica, la cartellonistica, il movimento individuale, la recitazione, la riflessione, la creatività, i giochi e il divertimento e i ragazzi lavoreranno singolarmente, in coppia, in piccolo gruppo, o con tutti i partecipanti.
Contenuti dei laboratori:
- Sviluppare la creatività con materiali, forme, colori, dando libertà di espressione all' innata fantasia dei ragazzi.
- Approfondire attraverso il gioco la conoscenza dei materiali e delle diverse tecniche artistiche, educando all'uso dei materiali semplici e stimolando la curiosità e la ricerca attraverso tutto ciò che può essere utilizzato nelle attività manuali.
- Creare oggetti fini e utili da poter regalare e scambiare sia all'interno del gruppo di lavoro che durante l'attività estiva (in particolari momenti di festa tra i ragazzi o con le famiglie), sia eventualmente per raccolte di fondi per le varie necessità del centro o per varie offerte ai bisognosi.
- Educare a riconoscere l'importanza del lavoro manuale per realizzare prodotti artigianali, uscendo dalla "realtà virtuale" in cui tutto sembra facile, per scontrarsi con la fatica e la soddisfazione di far qualcosa con le proprie mani.
- Apprendere le tecniche e i materiali utilizzati dai vari artisti, permettendo all'arte di uscire dall'ambito del ristretto di "materia scolastica", per assumere il proprio importante ruolo di espressione culturale, dunque di elemento fondamentale della vita.
- Giocare con forme e colori che già esistono per ricrearne di nuovi.
- Lavorare in collaborazione per favorire i rapporti interpersonali. 
- Fare i compiti assegnati per le vacanze estive.

Strumenti, mezzi, materiali
Gli strumenti e i materiali che vengono utilizzati non devono essere costosi, anzi, devono essere il più possibile poveri, ma devono cercare di soddisfare le esigenze del gruppo e stimolare il potenziale creativo.
- Materiale vario e sempre utile: colla(vinilica e stik), forbici, taglierine, nastro adesivo, scotch di carta, pinzatrici, righelli, vaschette per le tempere, pennelli di varie misure, pennarelli, matite, pastelli a cera, tempere, tempere per il corpo, carta di vario genere, cartoncini, ritagli di stoffa, grembiuli, sacchetti per non sporcarsi, creta, materiali di scarto, palloncini, palloni per vari sport e di varie misure, palline da tennis e da ping pong, corde, nastri, cerchi, secchi, bandane e l'utilizzo di vari campi sportivi.





domenica 25 maggio 2014

Vestizione dei Ministranti

Domenica 25 maggio durante la Messa delle ore 10.30 ha avuto luogo la vestizione dei ministranti.
Nei mesi scorsi un gruppo di otto bambini, Matilde Masi, Matteo Comparini, Ginevra Formica, Luca de Maron, Lucia Sabatelli, Matteo Buitoni, Ilaria Sabatelli, Gregorio Gasparoni, si è praparato con l'aiuto di padre Tenson e il mio appoggio a servire la Messa; con la vestizione ufficialmente questi ragazzi si sono fatti carico di questo compito, 
La celebrazione è stata molto emozionante in particolare quando i geniori dei ragazzi li hanno aiutati ad indossare i vestiti, questo gesto ha sottolineato la vicinanza delle famiglie a questi bambini e l'importanza che ha per loro. 
Tutti questi ragazzi già lo scorso anno avevano espresso questo desiderio di servizio, per cui grazie alla preparazione ricevuta sono in grado ora di farlo al meglio ed inoltre in parrocchia ora è ufficialmente presente un gruppo di ministranti ai quali, speriamo, possano aggiungersi in futuro altri ragazzi. 

Maria Cipriani

giovedì 1 maggio 2014

Leggete, leggete! 



MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO
PER LA XXIX GIORNATA MONDIALE DELLA GIOVENTÙ 

2014
«Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5, 3)

Cari giovani,
è impresso nella mia memoria lo straordinario incontro che abbiamo vissuto a Rio de Janeiro, nella XXVIII Giornata Mondiale della Gioventù: una grande festa della fede e della fraternità! La brava gente brasiliana ci ha accolto con le braccia spalancate, come la statua del Cristo Redentore che dall’alto del Corcovado domina il magnifico scenario della spiaggia di Copacabana. Sulle rive del mare Gesù ha rinnovato la sua chiamata affinché ognuno di noi diventi suo discepolo missionario, lo scopra come il tesoro più prezioso della propria vita e condivida questa ricchezza con gli altri, vicini e lontani, fino alle estreme periferie geografiche ed esistenziali del nostro tempo.
La prossima tappa del pellegrinaggio intercontinentale dei giovani sarà a Cracovia, nel 2016. Per scandire il nostro cammino, nei prossimi tre anni vorrei riflettere insieme a voi sulle Beatitudini evangeliche, che leggiamo nel Vangelo di san Matteo (5,1-12). Quest’anno inizieremo meditando sulla prima: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt 5,3); per il 2015 propongo «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio» (Mt 5,8); e infine, nel 2016, il tema sarà «Beati i misericordiosi, perché troveranno misericordia» (Mt 5,7).
1. La forza rivoluzionaria delle Beatitudini
Ci fa sempre molto bene leggere e meditare le Beatitudini! Gesù le ha proclamate nella sua prima grande predicazione, sulla riva del lago di Galilea. C’era tanta folla e Lui salì sulla collina, per ammaestrare i suoi discepoli, perciò quella predica viene chiamata “discorso della montagna”. Nella Bibbia, il monte è visto come luogo dove Dio si rivela, e Gesù che predica sulla collina si presenta come maestro divino, come nuovo Mosè. E che cosa comunica? Gesù comunica la via della vita, quella via che Lui stesso percorre, anzi, che Lui stesso è, e la propone come via della vera felicità. In tutta la sua vita, dalla nascita nella grotta di Betlemme fino alla morte in croce e alla risurrezione, Gesù ha incarnato le Beatitudini. Tutte le promesse del Regno di Dio si sono compiute in Lui.
Nel proclamare le Beatitudini Gesù ci invita a seguirlo, a percorrere con Lui la via dell’amore, la sola che conduce alla vita eterna. Non è una strada facile, ma il Signore ci assicura la sua grazia e non ci lascia mai soli. Povertà, afflizioni, umiliazioni, lotta per la giustizia, fatiche della conversione quotidiana, combattimenti per vivere la chiamata alla santità, persecuzioni e tante altre sfide sono presenti nella nostra vita. Ma se apriamo la porta a Gesù, se lasciamo che Lui sia dentro la nostra storia, se condividiamo con Lui le gioie e i dolori, sperimenteremo una pace e una gioia che solo Dio, amore infinito, può dare.
Le Beatitudini di Gesù sono portatrici di una novità rivoluzionaria, di un modello di felicità opposto a quello che di solito viene comunicato dai media, dal pensiero dominante. Per la mentalità mondana, è uno scandalo che Dio sia venuto a farsi uno di noi, che sia morto su una croce! Nella logica di questo mondo, coloro che Gesù proclama beati sono considerati “perdenti”, deboli. Sono esaltati invece il successo ad ogni costo, il benessere, l’arroganza del potere, l’affermazione di sé a scapito degli altri.
Gesù ci interpella, cari giovani, perché rispondiamo alla sua proposta di vita, perché decidiamo quale strada vogliamo percorrere per arrivare alla vera gioia. Si tratta di una grande sfida di fede. Gesù non ha avuto paura di chiedere ai suoi discepoli se volevano davvero seguirlo o piuttosto andarsene per altre vie (cfr Gv 6,67). E Simone detto Pietro ebbe il coraggio di rispondere: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68). Se saprete anche voi dire “sì” a Gesù, la vostra giovane vita si riempirà di significato, e così sarà feconda.
2. Il coraggio della felicità
Ma che cosa significa “beati” (in greco makarioi)? Beati vuol dire felici. Ditemi: voi aspirate davvero alla felicità? In un tempo in cui si è attratti da tante parvenze di felicità, si rischia di accontentarsi di poco, di avere un’idea “in piccolo” della vita. Aspirate invece a cose grandi! Allargate i vostri cuori! Come diceva il beato Piergiorgio Frassati, «vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la verità, non è vivere ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma vivere» (Lettera a I. Bonini, 27 febbraio 1925). Nel giorno della Beatificazione di Piergiorgio Frassati, il 20 maggio 1990, Giovanni Paolo II lo chiamò «uomo delle Beatitudini» (Omelia nella S. MessaAAS 82 [1990], 1518).
Se veramente fate emergere le aspirazioni più profonde del vostro cuore, vi renderete conto che in voi c’è un desiderio inestinguibile di felicità, e questo vi permetterà di smascherare e respingere le tante offerte “a basso prezzo” che trovate intorno a voi. Quando cerchiamo il successo, il piacere, l’avere in modo egoistico e ne facciamo degli idoli, possiamo anche provare momenti di ebbrezza, un falso senso di appagamento; ma alla fine diventiamo schiavi, non siamo mai soddisfatti, siamo spinti a cercare sempre di più. È molto triste vedere una gioventù “sazia”, ma debole.
San Giovanni scrivendo ai giovani diceva: «Siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno» (1 Gv 2,14). I giovani che scelgono Cristo sono forti, si nutrono della sua Parola e non si “abbuffano” di altre cose! Abbiate il coraggio di andare contro corrente. Abbiate il coraggio della vera felicità! Dite no alla cultura del provvisorio, della superficialità e dello scarto, che non vi ritiene in grado di assumere responsabilità e affrontare le grandi sfide della vita!
3. Beati i poveri in spirito…
La prima Beatitudine, tema della prossima Giornata Mondiale della Gioventù, dichiara felici i poveri in spirito, perché a loro appartiene il Regno dei cieli. In un tempo in cui tante persone soffrono a causa della crisi economica, accostare povertà e felicità può sembrare fuori luogo. In che senso possiamo concepire la povertà come una benedizione?
Prima di tutto cerchiamo di capire che cosa significa «poveri in spirito». Quando il Figlio di Dio si è fatto uomo, ha scelto una via di povertà, di spogliazione. Come dice san Paolo nella Lettera ai Filippesi: «Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù: egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini» (2,5-7). Gesù è Dio che si spoglia della sua gloria. Qui vediamo la scelta di povertà di Dio: da ricco che era, si è fatto povero per arricchirci per mezzo della sua povertà (cfr 2 Cor 8,9). E’ il mistero che contempliamo nel presepio, vedendo il Figlio di Dio in una mangiatoia; e poi sulla croce, dove la spogliazione giunge al culmine.
L’aggettivo greco ptochós (povero) non ha un significato soltanto materiale, ma vuol dire “mendicante”. Va legato al concetto ebraico di anawim, i “poveri di Iahweh”, che evoca umiltà, consapevolezza dei propri limiti, della propria condizione esistenziale di povertà. Gli anawim si fidano del Signore, sanno di dipendere da Lui.
Gesù, come ha ben saputo vedere santa Teresa di Gesù Bambino, nella sua Incarnazione si presenta come un mendicante, un bisognoso in cerca d’amore. Il Catechismo della Chiesa Cattolica parla dell’uomo come di un «mendicante di Dio» (n. 2559) e ci dice che la preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete (n. 2560).
San Francesco d’Assisi ha compreso molto bene il segreto della Beatitudine dei poveri in spirito. Infatti, quando Gesù gli parlò nella persona del lebbroso e nel Crocifisso, egli riconobbe la grandezza di Dio e la propria condizione di umiltà. Nella sua preghiera il Poverello passava ore a domandare al Signore: «Chi sei tu? Chi sono io?». Si spogliò di una vita agiata e spensierata per sposare “Madonna Povertà”, per imitare Gesù e seguire il Vangelo alla lettera. Francesco ha vissuto l’imitazione di Cristo povero l’amore per i poveri in modo inscindibile, come le due facce di una stessa medaglia.
Voi dunque mi potreste domandare: come possiamo concretamente far sì che questa povertà in spirito si trasformi in stile di vita, incida concretamente nella nostra esistenza? Vi rispondo in tre punti.
Prima di tutto cercate di essere liberi nei confronti delle cose. Il Signore ci chiama a uno stile di vita evangelico segnato dalla sobrietà, a non cedere alla cultura del consumo. Si tratta di cercare l’essenzialità, di imparare a spogliarci di tante cose superflue e inutili che ci soffocano. Distacchiamoci dalla brama di avere, dal denaro idolatrato e poi sprecato. Mettiamo Gesù al primo posto. Lui ci può liberare dalle idolatrie che ci rendono schiavi. Fidatevi di Dio, cari giovani! Egli ci conosce, ci ama e non si dimentica mai di noi. Come provvede ai gigli del campo (cfr Mt 6,28), non lascerà che ci manchi nulla! Anche per superare la crisi economica bisogna essere pronti a cambiare stile di vita, a evitare i tanti sprechi. Così come è necessario il coraggio della felicità, ci vuole anche il coraggio della sobrietà.
In secondo luogo, per vivere questa Beatitudine abbiamo tutti bisogno di conversione per quanto riguarda i poveri. Dobbiamo prenderci cura di loro, essere sensibili alle loro necessità spirituali e materiali. A voi giovani affido in modo particolare il compito di rimettere al centro della cultura umana la solidarietà. Di fronte a vecchie e nuove forme di povertà – la disoccupazione, l’emigrazione, tante dipendenze di vario tipo –, abbiamo il dovere di essere vigilanti e consapevoli, vincendo la tentazione dell’indifferenza. Pensiamo anche a coloro che non si sentono amati, non hanno speranza per il futuro, rinunciano a impegnarsi nella vita perché sono scoraggiati, delusi, intimoriti. Dobbiamo imparare a stare con i poveri. Non riempiamoci la bocca di belle parole sui poveri! Incontriamoli, guardiamoli negli occhi, ascoltiamoli. I poveri sono per noi un’occasione concreta di incontrare Cristo stesso, di toccare la sua carne sofferente.
Ma – e questo è il terzo punto – i poveri non sono soltanto persone alle quali possiamo dare qualcosa. Anche loro hanno tanto da offrirci, da insegnarci. Abbiamo tanto da imparare dalla saggezza dei poveri! Pensate che un santo del secolo XVIII, Benedetto Giuseppe Labre, il quale dormiva per strada a Roma e viveva delle offerte della gente, era diventato consigliere spirituale di tante persone, tra cui anche nobili e prelati. In un certo senso i poveri sono come maestri per noi. Ci insegnano che una persona non vale per quanto possiede, per quanto ha sul conto in banca. Un povero, una persona priva di beni materiali, conserva sempre la sua dignità. I poveri possono insegnarci tanto anche sull’umiltà e la fiducia in Dio. Nella parabola del fariseo e del pubblicano (Lc18,9-14), Gesù presenta quest’ultimo come modello perché è umile e si riconosce peccatore. Anche la vedova che getta due piccole monete nel tesoro del tempio è esempio della generosità di chi, anche avendo poco o nulla, dona tutto (Lc 21,1-4).
4. … perché di essi è il Regno dei cieli
Tema centrale nel Vangelo di Gesù è il Regno di Dio. Gesù è il Regno di Dio in persona, è l’Emmanuele, Dio-con-noi. Ed è nel cuore dell’uomo che il Regno, la signoria di Dio si stabilisce e cresce. Il Regno è allo stesso tempo dono e promessa. Ci è già stato dato in Gesù, ma deve ancora compiersi in pienezza. Perciò ogni giorno preghiamo il Padre: «Venga il tuo regno».
C’è un legame profondo tra povertà ed evangelizzazione, tra il tema della scorsa Giornata Mondiale della Gioventù - «Andate e fate discepoli tutti i popoli» (Mt 28,19) - e quello di quest’anno: «Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli» (Mt5,3). Il Signore vuole una Chiesa povera che evangelizzi i poveri. Quando inviò i Dodici in missione, Gesù disse loro: «Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento» (Mt 10,9-10). La povertà evangelica è condizione fondamentale affinché il Regno di Dio si diffonda. Le gioie più belle e spontanee che ho visto nel corso della mia vita sono quelle di persone povere che hanno poco a cui aggrapparsi. L’evangelizzazione, nel nostro tempo, sarà possibile soltanto per contagio di gioia.
Come abbiamo visto, la Beatitudine dei poveri in spirito orienta il nostro rapporto con Dio, con i beni materiali e con i poveri. Davanti all’esempio e alle parole di Gesù, avvertiamo quanto abbiamo bisogno di conversione, di far sì che sulla logica dell’avere di più prevalga quella dell’essere di più! I santi sono coloro che più ci possono aiutare a capire il significato profondo delle Beatitudini. La canonizzazione di Giovanni Paolo II nella seconda domenica di Pasqua, in questo senso, è un evento che riempie il nostro cuore di gioia. Lui sarà il grande patrono delle GMG, di cui è stato l’iniziatore e il trascinatore. E nella comunione dei santi continuerà ad essere per tutti voi un padre e un amico.
Nel prossimo mese di aprile ricorre anche il trentesimo anniversario della consegna ai giovani della Croce del Giubileo della Redenzione. Proprio a partire da quell’atto simbolico di Giovanni Paolo II iniziò il grande pellegrinaggio giovanile che da allora continua ad attraversare i cinque continenti. Molti ricordano le parole con cui il Papa, la domenica di Pasqua del 1984, accompagnò il suo gesto: «Carissimi giovani, al termine dell’Anno Santo affido a voi il segno stesso di quest’Anno Giubilare: la Croce di Cristo! Portatela nel mondo, come segno dell’amore del Signore Gesù per l’umanità, ed annunciate a tutti che solo in Cristo morto e risorto c’è salvezza e redenzione».
Cari giovani, il Magnificat, il cantico di Maria, povera in spirito, è anche il canto di chi vive le Beatitudini. La gioia del Vangelo sgorga da un cuore povero, che sa esultare e meravigliarsi per le opere di Dio, come il cuore della Vergine, che tutte le generazioni chiamano “beata” (cfr Lc 1,48). Lei, la madre dei poveri e la stella della nuova evangelizzazione, ci aiuti a vivere il Vangelo, a incarnare le Beatitudini nella nostra vita, ad avere il coraggio della felicità.
Dal Vaticano, 21 gennaio 2014, memoria di Sant’Agnese, vergine e martire

FRANCESCO


Fonte: http://w2.vatican.va/content/vatican/it.html